domenica 8 aprile 2012



The artist is present!

Marina Abramović  è una artista serba, attiva nel campo della performance art. Tra le sue opere più note ricordiamo Bed from Mineral Room del 1994 e Cleaning that Mirror del 1995.
Ha vinto il Leone d'Oro alla Biennale di Venezia del 1997. Il lavoro della Abramović esplora la relazione tra performer e pubblico, i limiti del corpo e le possibilità della mente.

Nella sua prima performance la Abramović esplora elementi di ritualità gestuale. Usando venti coltelli e due registratori, l'artista esegue un gioco russo nel quale ritmici colpi di coltello sono diretti tra le dita aperte della mano. Ogni volta che si taglia, deve prendere un nuovo coltello dalla fila dei venti che ha predisposto, e l'operazione viene registrata. Dopo essersi tagliata venti volte, l'artista fa scorrere la registrazione, ascolta i suoni e tenta di ripetere gli stessi movimenti, cercando di replicare gli errori, mescolando passato e presente. Tenta di esplorare le limitazioni fisiche e mentali del corpo: “Una volta che sei entrato nello stato della performance, puoi spingere il tuo corpo a fare cose che non potresti assolutamente mai fare normalmente.”




Si presenta al pubblico di Napoli, posando sul tavolo vari strumenti di piacere e dolore; fu detto agli spettatori che per un periodo di sei ore l'artista sarebbe rimasta passivamente priva di volontà e che loro avrebbero potuto usare liberamente quegli strumenti in quelle ore. Si era imposta tale prova in un tempo prefissato secondo una strategia di John Cage, adottata da molti altri artisti della performance allo scopo di dare un inizio e una fine ad un evento non lineare.
Ciò che era iniziato piuttosto in sordina per le prime tre ore, con i partecipanti che le giravano intorno con qualche approccio intimo, esplose poi in uno spettacolo pericoloso e incontrollato; tutti i vestiti della Abramovic furono tagliati con lamette; nella quarta ora le stesse lamette furono usate per tagliuzzare la sua pelle e da cui poter succhiare il suo sangue. Il pubblico si rese conto che quella donna non avrebbe fatto niente per proteggersi e che era probabile che venisse violentata; si sviluppò allora un gruppo di protezione e quando le fu messa in mano un'arma carica e il suo dito posto sul grilletto, scoppiò un tafferuglio tra il gruppo degli istigatori e quello dei protettori. Mettendo il proprio corpo in condizione di farsi male, la Abramovic crea un'opera molto seria nei confronti dell'arte, allo scopo di affrontare le sue paure circa il proprio corpo.


In "Art must be beautiful,artist must be beautiful" l’artista si spazzola i capelli per un’ora con una spazzola di metallo nella mano destra e contemporaneamente si pettina con un pettine di metallo nella sinistra mentre ripete continuamente “L’arte deve essere bella, l’artista deve essere bello” fino a quando si ferisce il volto e si rovina i capelli.
Recentemente è stata a Milano per presentare l'anteprima del film "The artist is present"

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